Ciascuno di noi percepisce il tempo che passa, le ore, i giorni e gli anni. A seconda delle circostanze, può sembrarci che il tempo “passi in un lampo” o “non passi mai”. Per computare il tempo che passa abbiamo riferimenti esterni, come l’avvicendarsi del giorno e della notte, della luce e del buio, oppure le stagioni; ma abbiamo inoltre a disposizione un orologio biologico, localizzato nell’ipotalamo, al centro del nostro cervello. Esso regola i cicli di sonno e veglia, la temperatura corporea e sincronizza le nostre attività biologiche. Esiste una struttura del nostro cervello che ci aiuti a misurare tempi più brevi, di alcuni secondi o anche meno? Funziona anche se veniamo distratti? Proviamo insieme a… contare gli attimi!
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Associazione Creamcafé - Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale, CNR - Isituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare, Università di Genova - Dipartimento di Neuroscienze riabilitazione oftalmologia genetica e scienze materno-infantili