Se in una notte serena si guarda in alto in cielo, verso nord, per un tempo sufficientemente lungo, ci si accorge che le stelle si muovono, tutte insieme, intorno ad un punto, coincidente, quasi esattamente, con la Stella Polare. In 24 ore la Terra compie un giro completo, in 24 ore le stelle fanno altrettanto tornando alla loro posizione. Le rotazioni apparenti annua e diurna delle stelle vennero utilizzate a partire dal XV secolo per determinare l'ora della notte grazie a uno strumento costruito in varie fogge, detto notturlabio. La lancetta di questo orologio è costituita da due delle sette brillanti stelle che formano il Grande Carro: Dubhe e Merak. L'allineamento di questi due astri con la Stella Polare, costituisce una sorta di enorme lancetta che spazza il cielo a velocità costante, così come la lancetta delle ore di un normale orologio meccanico spazza il quadrante. È quindi sufficiente associare la posizione di questa lancetta ad un cerchio graduato di riferimento per determinare l'ora in base al suo angolo di rotazione a partire da un punto fisso. Colombo, con il notturlabio, misurava la durata della notte, che sottraeva alla durata del giorno conoscendo così la propria latitudine. E nella navigazione virtuale? Come si misura il tempo? Tramite le nuove tecnologie (tablet,Lavagna interattiva multimediale interattiva, e rete) possiamo interpretare questo strumento alla luce della navigazione virtuale: ne possiamo fare un messaggio multimediale da inviare a chi è in ascolto sul web.
A cura di
DIBRIS - Università di Genova, Galata Museo del Mare