Affascinata dagli uccelli da sempre, Danièle li ha osservati, ascoltati, studiati prima d’integrarli alle sue opere. Lei stessa nomade e uccello di passaggio in vari Paesi, anche se ora vive a Genova. L’incontro con una altro nomade, che vive anche lui attualmente a Genova, era inevitabile. Migrazione come viaggio, progetto di vita, necessità biologica legata alla sopravvivenza. Fra emozione artistica e conoscenza scientifica, la mostra legge la migrazione nella chiave della doppia tirannia che essa subisce dal tempo: quella del cielo, legate alle condizioni con cui esso si offre al volo, e quella dell'orologio, ossia dello scorrere e dell'alternarsi delle stagioni. La migrazione degli uomini e degli uccelli è l'illustrazione di una vita che è in perenne movimento, in continua evoluzione. Durante tutta la durata del Festival, i visitatori si confrontano con i due artisti: di nidi, terre, migrazioni, specie che si spostano dalle proprie geografie, siano esse dotate d'ali o di umano intelletto.
« L’histoire des oiseaux migrateurs est celle d’une promesse : la promesse du retour. Souvent long de milliers de kilomètres et parsemé de dangers, leur voyage répond à une seule nécessité : survivre. Leur migration est un combat pour la vie. »
(Jacques Perrin : Le Peuple migrateur)
A cura di
Danièle Sulewic, Thomas Guarino
In collaborazione con
Alliance Française de Gênes
Note