Al suo arrivo a Parigi, nel 1669, Giovanni Domenico Cassini vi trova i quattro astronomi della recentissima Académie Royale des Sciences equipaggiati di orologi a pendolo e di strumenti d’osservazione d’avanguardia. I loro orologi, che battevano il secondo o il mezzo-secondo, sono controllati con l’osservazione del Sole a mezzogiorno. Dopo la fondazione dell’Observatoire Royal (1667) gli astronomi li sfrutteranno per l’astronomia di posizione e la geodesia. Durante i due secoli successivi la qualità degli orologi andrà migliorandosi: alla fine del XIX secolo arriveranno gli orologi a temperatura e a pressione costante. Contemporaneamente, in Francia cominciano a pulsare i segnali orari per il controllo degli orologi. Ben presto gli orologi saranno al quarzo o atomici, ma il riferimento per datare i fenomeni rimane ancora, come alla fine del Seicento, il secondo d’ora (1/86.400 della durata del giorno solare medio) controllato all’Observatoire de Paris. Nel 1967 si apre l’era del secondo d’ora determinato dalla frequenza del Cesio. È proprio quest'elemento che scandisce oggi il tempo tanto per la vita quotidiana, tanto per le più raffinate esperienze scientifiche che per il posizionamento dei satelliti.
A cura di
Michela Malpangotto, Syrte - Observatoire de Paris
Note